Scrittori italiani del XXI secolo: Intervista a Piero Picca
Regione di residenza: Campania Email: pieropicca@email.it
Intervista (del febbraio 2008)
Ci racconti un po’ di lei e del suo approccio al mondo della scrittura
Fin da piccolo ho avuto questa passione “nel sangue”, mi è sempre piaciuto scrivere i miei sentimenti e le mie vicissitudini, forse per paura di poterle dimenticare.
Qual è stato il suo percorso di studi?
Mi sono diplomato in informatica ma l’unica materia che apprezzavo e che ho sempre studiato è stato l’italiano e lo studio dei grandi autori.
Quando e perchè ha iniziato a scrivere?
Solo qualche anno fa ho deciso di mettere su carta i miei versi, scrivevo da anni ma non avevo questa esigenza. Poi, un giorno, ho cominciato a pensare al vento, questo suo soffiare, colpire, fuggire ma in fondo essere sempre presente, così ho capito che anch’io , nel mio piccolo volevo essere presente.
In termini umani, cosa significa per lei scrivere?
Rilassarmi, fuggire ogni tanto dagli impegni e dallo stress. Confidarmi con me stesso.
Quali sono i suoi libri del cuore?
L’alchimista, Il mondo di Sofia e Colazione da Tiffany.
E quelli che non leggerebbe mai?
Credo che ogni libro meriti di essere letto, in ogni testo c’è un duro lavoro quanto meno da apprezzare.
Il libro più bello che ha letto negli ultimi tre anni?
Il Codice Da Vinci.
Qual è il rapporto con la sua regione e con la sua terra?
Amo la mia regione e la mia città: Avellino. Il lavoro mi ha portato lontano dalle mie origini ma faccio ritorno molto spesso a casa.
Cosa le piace e cosa non le piace dell’editoria odierna italiana?
Come tutti gli autori esordienti ringrazio coloro che ci dedicano attenzioni ma mi dispiace vedere che le case editrici importanti danno spazio solo ad autori già affermati.
Cosa le piace e cosa non le piace del panorama culturale italiano d’oggi?
Non sono uno che giudica o critica. Penso che ogni cultura merita un po’ di dignità ma che comunque, noi italiani vediamo e leggiamo ciò che crediamo di meritarci.
Come è arrivato alla pubblicazione del suo lavoro?
Ho inviato le mie opere ad un numero congruo di case editrici, attendendo una risposta. Ho dovuto contribuire in denaro per veder edito il mio primo libro “L’imperatore e le orchidee” (Kimerik) una raccolta di poesie. Il secondo romanzo, un thriller “Victor-Vademecum di uno specialista” (Nightmares-Ediz.Il Melograno) è stato edito in maniera gratuita dalla casa editrice che ha apprezzato il mio lavoro.
Cinema: qual è il suo film preferito?
Braveherat-Cuore impavido.
Musica: la canzone del cuore?
Non ne ho una in particolare, mi piace comunque la musica italiana, credo che ogni “periodo” della nostra vita abbia una sua canzone.
Come scrive? Su carta o al computer? Di giorno o di notte? In solitudine o fra altre persone? Segue dei riti?
Scrivo con il cuore, ogni volta che vivo degli avvenimenti più o meno importanti, cerco di metterli su carta. Il più delle volte salvo i miei pensieri sul cellulare, riscrivendoli appena possibile al computer.
Quali sono i suoi poeti del cuore?
Gabriele D’Annunzio e Pablo Neruda.
Come nasce un suo verso?
E’ come un bambino che modella la sabbia. Nasce dalla passione di fare quello in cui si crede senza preoccuparsi delle critiche degli altri.
Quanto tempo ci lavora su?
Una poesia può durare dieci minuti, un’altra invece viene “ritoccata” più volte nel corso di un mese.
Cosa deve esserci in un suo verso, perché resti soddisfatto?
Deve essere mio. Devo credere in quello che scrivo. Non voglio avere rimpianti in futuro.
Dove e quando ha scritto il suo primo verso?
Se non ricordo male a scuola.
Cos’è che l'ha spinta a pubblicare le sue poesie?
La voglia di regalare agli altri i miei sentimenti. Sono una persona che tiene tutto dentro, mi confido poco con gli altri, così, scrivendo, sfogo un po’ la mia rabbia ed il mio amore.
Qual è un verso celebre che avrebbe voluto scrivere lei?
La poesia “A cunzegna” di Antonio De Curtis.
Come ha scelto il titolo del suo lavoro più recente?
Il titolo del thriller è stato “semplice”, volevo spiegare nel titolo di cosa il libro volesse parlare.
Quanto tempo ha impiegato per scriverlo?
Circa 9 mesi.
Ha vinto premi letterari?
Si. I più recenti sono il 3°posto nel concorso “Sulle Orme del Dolce Stil Novo” de Il Serale e il 1° posto al II concorso internaz di Poesia “Arthur Schnitzler”.
Crede nei premi letterari?
Ci credo ma non mi aspetto di diventare famoso solo per aver vinto un premio letterario.
Ha altri progetti in cantiere?
Vorrei pubblicare il mio terzo libro, ci sto lavorando.


DEMOCRAZIA? NO, GRAZIE.

Ultimamente mi sono soffermato a pensare a ciò che intorno a noi stava accadendo, cambiando. Innanzitutto voglio chiarire di non voler fare un discorso politico nè prendere parti nè tanto meno giudicare... solo riflettere.
Si parla sempre più spesso di finanziaria,eutanasia,censura e compagnia bella.
Prendiamo ad esempio una trasmissione che seguo spesso: le iene, in fin dei conti è "utile", parla dei vari problemi, dalla prostituzione a vallettopoli, dall' "ignoranza" di alcuni politici alla droga e via discorrendo.... ma pensandoci bene, molte altre trasmissioni lo fanno ("anno zero" e "buon pomeriggio") , tutti ne parlano ma allora perchè non si fa un programma che non si limiti solo a parlare ma che aiuti realmente l'Italia a cambiare?
Parliamoci chiaramente, il nostro Paese non funziona, prima l'ingresso dell'euro, gli attentati, le censure di Luttazzi e Santoro e, per ultimo, del diritto alla privacy sulla questione droga di alcuni politici che fanno uso di sostanze stupefacenti (le iene ndr). Questo diritto alla privacy svanisce improvvisamente quando l’interessato è un calciatore, positivo al doping, o quando vengono svolte le famose intercettazioni telefoniche…e allora che paese democratico è questo?

Perchè Luttazzi è stato "esiliato" dalla tv col precedente Governo? Non poteva dire quello che liberamente voleva? io o tu non possiamo esprimere la nostra opinione? Come mai se una persona fa una battuta su Prodi fa ridere tutti e non viene “toccato”, mentre se la stessa la fa su Berlusconi dicendo che non potrebbe  governare il paese per una famosa legge sul possesso di reti televisive, questi viene censurato e querelato?
Di questo passo si va a finire alla monarchia, altro che democrazia. Allora aveva proprio ragione Celentano quando distingueva "i rock e i lenti".
La tv oggi è piena di programmi demenziali che comunque la gente segue, non voglio criticare chi li fa ma chi li sfa; per esempio i reality, nulla in contrario se all’isola dei famosi si muoiono di fame o se alla pupa e il secchione c'è mancanza di cultura ma quando dei personaggi nazionali, per altro ministri come la Mussolini o Sgarbi danno spettacolo con bestemmie e grida.... perchè non li si censura?

Ultimamente si parla di finanziaria, sembra che con il precedente governo le cose andavano meglio ma ora lo Stato ha i debiti, chi li ha lasciati? Non certo io.
La sinistra abbassa i prezzi ai "poveri" ma alza le tasse per chi ha macchine vecchie, ma vi pare che un povero si può permettere di comprarsi una nuova macchina per giunta euro4 quando 2 anni fa con i sacrifici si è comprato una dannata fiat punto?

Con questo la sinistra ha sicuramente perso qualche elettore, se domani ci fosse una nuova campagna elettorale beh sicuramente la destra l'avrebbe vinta. Chiariamo che non sono contro Berlusconi però c’è chi “odia” lui e non la destra, ma allora perchè non si candida qualcun altro? Che ne so, Fini o Casini per esempio.
E l’indulto? Vuoi liberare qualcuno perché le carceri sono affollate? Fallo, ma non fare di tutta l’erba un fascio facendo uscire assassini o delinquenti che puntualmente sono ritornati dietro le sbarre; il pericolo lo viviamo noi, non Loro.

Un altro problema è l'eutanasia, facile a parlarne, mettiamo caso venisse approvata, vi siete mai messi dalla parte degli "infermieri" o chi esso sia , cui viene incaricato di staccare un "tubo" al paziente che soffre? Chi ce l'avrebbe il coraggio? Critichiamo gli americani con la pena di morte e poi noi siamo i primi? Che cosa ci ha insegnato la nostra religione? E perché non si chiede il parere del Papa in tutto ciò? Forse per “Loro” è più conveniente tenerlo fuori.

E si ostentano a chiamarlo paese democratico. 

Un argomento più facile per i politici è la questione "missioni di pace" (così si divertono a chiamarle ma mia nonna mi diceva sempre che dove c'è la pace non ci sono i morti) tanto non ci vanno i loro figli a farle. In fin dei conti è giusto aiutare i paesi in difficoltà ma è giusto farlo mettendo a rischio la nostra vita senza avere idee e programmi ben chiari? E' pur vero che chi va lo fa anche per interesse economico quindi perchè non abbassare gli stipendi a chi va in missione? Così si capirebbe se una persona davvero lo fa per la patria, e magari come "ricompensa" gli si possono regalare un paio di anni di pensione anticipata... ma chi andrebbe in queste missioni per 1500 euro al mese (stipendio compreso) lontano dalla famiglia e dai figli per 4 o 6 mesi? Riflettiamo.

Oppure, vi sembra giusto che i politici (al di fuori del loro lavoro) guadagnino 11mila euro? Se si togliessero almeno 4mila euro a testa i conti tornerebbero meglio.
E poi, questi Parlamentari che intervistati non sanno il nome del Papa nè quando è stata scoperta l'America... ma possibile che questi sono gli uomini che devono governare la nostra nazione?

Mi sembra doveroso affrontare anche il discorso sulla prostituzione, è inutile negarlo ma c'è e "affolla" le strade di numerose città, i cui abitanti spesso sono costretti a convivere con questo problema sotto l'occhio innocente dei propri figli. Soluzioni a riguardo ce ne sarebbero molte, io mi limito a darne una. Le leggi su quest'argomento sono molto vaghe e penalizzano il "cliente". Ma mi domando e chiedo, possibile mai che vengano puniti solo i clienti e non le persone che sfruttano questo fenomeno? Piazzando qualche telecamera, non sarebbe difficile arrivare ai "padroni delle strade" ma allora, siamo certi che vogliamo combattere la prostituzione? Non è da dimenticare che questo problema alimenta molto la malavita organizzata, si parla di guadagni di miliardi di euro annui; ma allora lo Stato, invece di combattere solo l'evasione fiscale, perchè non si occupa pure di quest'argomento? A questo punto, non sarebbe meglio riaprire le discusse "case chiuse"? Le quali, pagando onestamente le tasse, incrementerebbero il deficit dello Stato a favore di noi cittadini, inoltre garantirebbero più sicurezza ed igiene, divenendo una valida risposta alla mafia e alla "pulizia delle strade".

E il matrimonio tra gay? Non c’è nulla in contrario a vedere 2 uomini/donne baciarsi ma il matrimonio? Credo che sia un'offesa alla nostra cultura e lo sapete perchè? Se il Governo approvasse l'unione gay allora spazio alla libertà, io domani vado dal Presidente della Repubblica e Gli chiedo di abolire la monogamia (Vincolo coniugale che unisce un solo uomo e una sola donna, Encarta, ndr) e che approvi la poligamia (cioè avere più mogli). Perchè loro si e io no?

Passiamo alla droga, perchè un ragazzo che ha uno spinello viene quasi arrestato mentre un personaggio famoso (Lapo Elkan o i politici delle iene per esempio) continuano a vivere come prima o al massimo vanno per un mese in un centro per disintossicarsi? E poi ci vuole solo un mese? Conosco ragazzi che devono restare in un "centro" per qualche altro anno ancora e già ci stanno da più di 2 anni. Come mai? Forse sono più "stupidi".

Sulla questione dell'editoria italiana ho grossi punti interrogativi, mi spiego meglio: da poco ho pubblicato un libro con una casa editrice di medio livello e ciò comporta che la diffusione del mio libro sul territorio nazionale sia ridotta ad una piccolissima area. Le maggiori case editrici (Mondadori o Feltrinelli che sia) non pubblicano autori esordienti; ora, tirandomi fuori causa, in tutta Italia ci sarà qualche giovane bravo e pieno di talento? Beh, per loro no, preferiscono pubblicare le biografie delle veline, di Totti e scrittori americani che vendono milioni di libri e dentro cosa c'è scritto? Forse è più interessante la vita di mio padre che a 50 anni lavora ancora duro, trova il tempo per la famiglia, ogni domenica va a giocare a calcio in una squadra di 3^ categoria con tanto di campionato, va a caccia come passione ed è anche volontario e per finire, se non bastasse si è iscritto all'Università, ha dato tutti gli esami (la sua media non è 18 per intenderci) e dovrebbe laurearsi nel 2007 e per cosa? Solo per una soddisfazione personale, non avrà miglioramenti nè vantaggi nel suo lavoro. Da giovane ne avrà fatte di mille colori e allora, non è più interessante raccontare la vita di mio padre rispetto a quella di Totti?
Poi ci sono i critici letterari, a mio parere la peggiore categoria. Sono del parere che lo scrittore debba scrivere e il lettore debba leggere, magari consigliare o perchè no, criticare ma non, e sottolineo non, cercare di entrare nella mente dello scrittore riassumendo falsamente i suoi stati d'animo e il motivo che l'hanno spinto a scrivere una determinata cosa. Perchè devono pensare per gli altri?

Ritengo inoltre che la psicologia sia una scienza "inutile", senz'altro serve quando si ha a che fare con "pazzi" ma, quando di fronte ad un medico si presenta una persona comune con futili problemi allora siamo caduti proprio in basso: un italiano su 8 è in terapia e il 90% hanno problemi di stress o di persona eccetera eccetera, preferiscono pagare questi dottori della mente che non danno risposte ma il più delle volte pongono altre domande; in questi casi il miglior psicologo è la famiglia, parlare coi parenti stretti.

E l'evasione fiscale? Approvo il fatto che lo scontrino e la fattura debbano essere sempre fatte ma il Governo parla e parla ma perchè non fa controlli più dettagliati invece di fare leggi di prevenzione? Ora forse lo Stato avrebbe meno debiti e noi dovremmo pagare meno tasse.
Voglio aprire una breve parentesi sulle banche: prendete un uomo medio che non ha conti correnti, riceve per posta un assegno da 50 € da una banca che non ha sedi nella sua città/paese, beh siete certi che qualcuno (a meno che non conosca un impiegato) gli cambi l'assegno pagandolo in contanti? Provare per credere...

A noi Italiani resta solo la parola, cerchiamo di non farci abolire anche quella.


E' pur vero che molte di queste cose di cui io ho parlato sono questioni delicate e molto difficili e ci vuole tempo... ma quanto tempo?
Democrazia? No, grazie.

                                                                       Picca Piero     

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